LA CONSULENZA A DISTANZA ANNULLA LE DISTANZE?
- robertolr
- Nov 27, 2022
- 3 min read
Tra le scoperte o le riscoperte doverose a cui sono andato incontro nel periodo della pandemia conclamata, c’è sicuramente la tanto bistrattata (dagli altri) consulenza a distanza. In realtà per me, la consulenza a distanza si è poi evoluta nella forma “consulenza a distanza senza video” che trovo il frutto migliore di questa stagione difficile, a maggior dimostrazione di come si faccia di necessità virtù...

La consulenza in visione diretta attraverso videochiamata o altre piattaforme si può rivelare fonte di una notevole distrazione. Mi capitava spesso di vedere il consultante al primo appuntamento più intento a vedere come mi muovevo (secondo i canoni della PNL o altro...) o a nascondere chissà quale terribile verità non comunicata dietro la mia apparenza apparentemente sofferente, che in realtà era dovuta al fatto di cercare di intravedere una persona dietro dei pixel che si muovevano... Insomma più che a quello che usciva nelle consulenze, alcune persone sembravano interessate ad altri fattori visivi e ciò limitava di fatto già l’utilità del consulto. Oltretutto, la mia concentrazione era impedita dalla visione frammentaria del tema natale e da problemi di connessione dall’una o dall’altra parte, senza considerare poi che in alcuni momenti intervenivano altri componenti della famiglia o fattori domestici ad interrompere il flusso che si andava formando.
Dopo alcune esperienze di consulenze a distanza senza visione, ho rilevato una maggiore fluidità delle informazioni che si presentavano da una parte e dall’altra. Ho nettamente percepito la sensazione che fossero le due anime delle due persone a parlarsi, senza filtri, se non quello delle parole... Parole che poi erano piene di significato ed era come se le due parti, le due anime fossero la stessa anima, un’anima sola; la soddisfazione ricavata da entrambe le parti era reale e indubbia. Riflettendo ho pensato che questa modalità, grazie alle moderne tecnologie, alla fine non era che una riproposta attuale degli antichi sistemi oracolari (Delfi, Pizia, Cuma) e per me un ritorno simile alle brevi consulenze che svolgevo da giovanissimo nelle radio libere, quando non potevi permetterti di occupare uno spazio essenziale con inutili orpelli e ricami.
A maggior vantaggio dei tempi che viviamo c’è senza dubbio la possibilità di entrare in relazione con persone da un capo all’altro della nazione o addirittura del mondo intero e questo è particolarmente eccitante e fantastico per chi si muove seguendo stimolo gioviani o uraniani.
Ecco quindi che alcune considerazioni tipo “ma io devo vedere la persona che ho davanti”…“preferisco il contatto diretto in una consulenza” o “farò quella consulenza quando lei tornerà qui..” non sono altro che delle resistenze al cambiamento, un cambiamento che sarà presto ancora più potente.
E in cuor mio ho deciso di continuare a cavalcare i cambiamenti come sempre...
Dopo essermi recato sul posto dei consultanti, ora ci incontriamo in una stazione orbitante terra di tutti e non di nessuno, di comune accordo e senza attese e limiti...Sono sempre più convinto che la consulenza non è solo “il mio lavoro” ma un’esperienza prodotta dall’incontro di due entità entrambe coinvolte, di cui una delle due è alla ricerca di conferme, risposte o smentite che le arrivano attraverso la voce dell’altra.

La consulenza ideale è quindi ascolto assoluto da entrambe le parti; se il consulente è centrato sulla propria bravura o astuzia o sull’affermazione di se stesso, la ricezione non può che essere disturbata e la consulenza diventa un monologo da cui ad uscirne arricchito è solo il suo autore… Alla fine, quella che sembrava essere una distanza si rivela invece un incontro reale e molto più completo su vari piani e, nel caso della consulenza astrologica, per quanto mi riguarda, tutto ciò mi appare un segnale di deciso progresso.
La modalità migliore è al momento la consulenza via Skype, perché rimane estremamente facile registrarla, per poterla risentire, cosa estremamente utile per vari motivi:
1) Innanzitutto c’è la possibilità di verificare il significato simbolico o reale di alcuni eventi o informazioni ricevute e la loro eventuale datazione temporale, il progresso o la soluzione di alcune situazioni emerse nella consulenza
2) A volte alcune informazioni risultano più comprensibili in un secondo momento, anche perché prima siamo più pressati da alcune questioni e ci sfuggono altri riferimenti
3) Riascoltare la consulenza la consegna di fatto alla “performance” e ci può rivelare i meccanismi che la favoriscono o la limitano, rivelandosi preziosa rispetto alla nostra capacità di “ascoltare”
4) Ci sono degli indubbi vantaggi anche rispetto all’antica modalità dello “scritto” che per quanto ancora sostenuto da una frangia di “irriducibili” rimane di fatto un reperto che raramente viene riletto e che spesso, nel caso, risulta assai datato. Tutto ciò senza considerarne l’oggettivo disagio nella conservazione e nell’eventuale condivisione con terzi.



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